durata 106min,
Commedia drammatica,
regia Jonathan Demme.
(titolo originale in inglese, Ricki and the Flash).
A cura di Lay – Radio Rock’o’lin.
Quando il silenzio cala sulla “sala” di Piazza Grande a Locarno, sai che sta per iniziare una magia.. Il cielo abbassa i suoi toni, spegne il sole e accende le stelle, i rumori tra gli spettatori cessano e lo schermo inizia a illuminare i volti.
È così che si apre la prima visione della 68esima edizione del Film Festival di Locarno, con la prima mondiale di “Dove eravamo rimasti”, titolo originale in inglese “Ricki and the Flash”, e i suoi toni rock.
Il divorzio, e l’abbandono che ne segue dopo, lasciano sempre spaccature, che siano all’interno delle persone, che delle famiglie intere.
Ricki è una donna di mezza età, vive in un motel in una sperduta cittadina della California, lavorando di giorno in un supermercato di lusso, suonando la sera nel locale sotto casa con la sua RockBand, i “The Flash”.
Ma cosa potrà mai succedere quando Ricki risponde ad una telefonata che arriva da Indianapolis?
È così che Peter,l’ex marito della protagonista, si rimette in contatto con lei dopo anni, per dirle che la figlia minore , Julie, sta divorziando e non sta bene.. così, dopo essersi recata ad Indianapolis, Ricki non solo cercherà di colmare il vuoto lasciato nel cuore di sua figlia, ma anche il vuoto lasciato nella sua famiglia dopo il divorzio da Peter e la sua fuga in California per inseguire il suo sogno di Rock Star..
Una commedia un po’ drammatica dai toni Rock con sfumature anni ’70 reinterpreta un attrice di alto calibro come Meryl Streep, vestendola e trasformandola in una Rock-Mamma che mai vi aspettereste.
Il regista Jonathan Demme, già famoso per “Il Silenzio Degli Innocenti”, affronta un tema come quello del divorzio inserendo una morale che vi farà riflettere sul ruolo della donna nella società di oggi.
Un film che non ci si aspetterebbe, diverso dalle tendenze dalle proiezioni degli ultimi anni. Un trama semplice e dal finale a sorpresa vi terranno attaccati allo schermo dal primo all’ultimo minuto sorprendendovi di scena in scena e facendovi riscoprire la dimensione rockeggiante dei tempi passati.
L’unico difetto che trovo è il lingua, che talvolta appare cruda e decisamente troppo volgare.