A cura di Massimiliano Marra e Sabrina Scoletta, Radio Jungle Ciani.
Entrando in questo piccolo localino nascosto dietro a una macelleria equina nel mezzo di Lugano ci siamo sentiti come degli esploratori che scoprono dietro a un muro ricoperto di piante rampicanti e liane un passaggio segreto verso una città abbandonata appartenente a un’antica civiltà perduta. Dopo essere entrati nella saletta, ecco tre ragazzi in perfetta tenuta esotica avvicinarsi ai propri strumenti e cominciare a intrecciare suoni che insieme creano una miscela esplosiva, ma al contempo ricercata, raffinata e insolita. Sono i Babau, tre eccentrici ragazzi, che lungo la serata hanno dimostrato un incredibile talento compositivo e artistico. Le ritmiche tribali incontrano i sintetizzatori assieme a effetti strani, i loop chitarristici si moltiplicano con delle parti vocali in una lingua non precisata e tamburi, droni, e altri suoni strani accompagnano l’ascoltatore per tutta la durata del concerto. Assolutamente interessanti e originali le scelte stilistiche che questi simpatici musicisti hanno deciso di incorporare nel loro sound. Alcuni esempi sono il canto armonico (o difonico, di origine mongola/tibetana/tuvana), l’utilizzo di un sassofono abnorme e di una specie di mandolino asiatico chiamato “pin”, tutte tecniche vocali e strumenti utilizzati dal chitarrista/polistrumentista.
Babau, un gruppo formato da Luigi Monteanni and Matteo Pennesi, due giovani italiani, che sono in grado, con la loro musica, di trasportare tutti coloro che li ascoltano in un’altra dimensione.
Eccezionali davvero!